Il test del DNA fetale è un esame di screening prenatale indolore e non invasivo che serve a valutare il rischio per il feto di essere affetto da patologie cromosomiche. Questo test viene anche chiamato NIPT (Non Invasive Prenatal Test) e permette di definire una predizione di rischio (alto o basso rischio) delle trisomie cromosomiche fetali più frequenti (trisomia 21, 13, 18) e delle anomalie numeriche dei cromosomi sessuali X e Y, che rappresentano circa il 50-70% della patologia fetale clinicamente rilevabile.
Quando è possibile sottoporsi al test del DNA fetale?
Il test del DNA fetale si può effettuare a partire dalla 10° settimana di gestazione, non prima perché la quantità di DNA fetale presente nel sangue materno potrebbe risultare insufficiente. Si esegue attraverso un semplice prelievo alla futura mamma e, per questo motivo, il suo principale vantaggio è quello di essere non invasivo e sicuro per la donna e il bambino.
É un esame affidabile?
Il test del DNA fetale permette di ottenere risultati dettagliati e affidabili, soprattutto per quanta riguarda la Sindrome di Down (con un'affidabilità superiore al 99%). È bene però sottolineare che questo test non presenta la stessa capacità diagnostica di una diagnosi prenatale invasiva e, pertanto, nel momento in cui vengano rilevate delle anomalie e il test risulti positivo è necessario procedere con ulteriori esami, come la villocentesi o l’amniocentesi.
A chi è consigliato?
Il NIPT può essere richiesto da tutte le future mamme che lo desiderano e che non presentano particolari condizioni di rischio. È particolarmente indicato nelle donne che affrontano la gravidanza dopo i 35 anni, che presentano fattori di rischio, familiarità o hanno un precedente figlio affetto da anomalia cromosomica. In questi casi è comunque necessario valutare insieme al proprio Ginecologo se sottoporsi direttamente a un accertamento più invasivo o fare un passaggio intermedio con il test del DNA fetale.